Dovevo fare qualcosa per quel cagnone a costo di prendermi dei rischi che non mi competevano, ma ... dovevo farlo.
Il mio lavoro con Spartaco prevedeva anche l'utilizzo di quelle metodologie ''non tradizionali'' spesso deplorate dall'addestramento classico, ma che io propongo e utilizzo regolarmente quando me ne viene data facolta': con Spartaco avevo carta bianca e utilizzavo regolarmente floriterapia, T-Touch e Reiki-inu.
Iniziai cosi' a rilassare il cane con il T-Touch con l'obbiettivo di raggiungere la coda; il dolore che il cane provava era alto e lo si capiva dal fatto che non mi dava alcuna possibilita' di avvicinarmi alla coda in nessun modo, mostrandomi i denti e attaccandomi ripetutamente.
Chi mi conosce sa' che sono una persona estremamente paziente e testona ... doti e difetti che, messi insieme, possono risultare ''letali'' tant'e' che non mi demoralizzai; mi misi in sicurezza facendo indossare a Spartaco la museruola, e continuai fino a quando riuscii a spalmargli la crema sulla coda.
Rimanevano i testicoli ma, non volendo spingere troppo sull'acceleratore, decisi di ritornare da lui verso sera per dargli modo di scaricare lo stress prima di provare.
Verso le 19 ero nuovamente in pensione, dotai il cane di guinzaglio e museruola e iniziai il mio approccio per arrivare all'obbiettivo di toccargli i testicoli.
Spartaco aveva gia' imparato ad eseguire il comando terra, cosi' da quella posizione riuscii a farlo appoggiare su un fianco ed iniziai il mio approccio.
Tutto sembrava filare liscio come l'olio fino a quando toccai la parte da medicare: ricordo ancora bene quel momento e penso che sara' difficile dimenticarlo: Spartaco balzo in piedi e mi attacco diretto alla gola: fortunatamente i miei riflessi furono estremamente rapidi e riuscii e bloccare quell'attacco sostenendo (non so' ancora in che modo) il cane col guinzaglio che tenevo saldamente nel pugno della mano destra che non utilizzavo durante questa complessa operazione.
Per un istante la mia testa disse: ''arrangiati, io sono qui per aiutarti e se tu vuoi sentire male, soffrire e non farti medicare ... sono solo cavoli tuoi e non miei'', ma poi, per la prima volta , guardai bene non gli occhi di Spartaco ma il suo sguardo: era diverso, dispiaciuto dell'accaduto e mi guardava come per dirmi che tutto cio' era un riflesso incondizionato e non voluto ... provava dolore e non si fidava dell'uomo, cos'altro avrebbe dovuto fare se non attaccare?
Lo portai fuori di li, nella solita area di sgambamento, lavorai con lui 20 minuti con gli esercizi base e di leadership che stavamo seguendo regolarmente e poi ritentai.
A questo punto lo sdraiai nuovamente sul fianco, lo guardai negli occhi, gli sorrisi e cercai di esprimere col mio sguardo una sorta di desiderio di aiutarlo e la richiesta, per una volta nella vita, di fidarsi dell'uomo.
Fu cosi', tutto ando' bene e si fece medicare e cosi' per i giorni a seguire fino a quando non guari'.
I giorni passavano, Spartaco era sempre piu' bravo ed obbediente: era dicembre, un sabato pomeriggio, lo ricordo bene.